Tutti i giorni la mia mamma mi porta fuori a passeggio. Quando ero piccolo facevamo giri piccoli, che, via via che crescevo, diventavano sempre piú grandi. Ora, dovete sapere che abbiamo una tana calda e asciutta proprio vicina al parco piú grande della cittá (che sarebbe quell'ammasso infinito di case e strade puzzolenti, che a noi cani non piace molto) e questo parco é grandissimo e bellissimo. Qui i cani possono correre liberi senza guinzaglio e ci sono tantissimi prati e boschi, sentieri e stradine, ma la cosa piú bella di tutte é che ci sono tantissimi corsi d'acqua, piú o meno grandi, e addirittura stagni, laghetti e il fiume grande con le sue rive di sassi! Un paradiso terrestre per un cane fanatico dell'acqua come me!
Chi mi conosce sa bene che passerei il giorno intero a buttarmi in acqua, riportando bastoni (gli altri giochi la mamma se ne guarda bene da lanciarli in acqua, perché se dormo un po,' la corrente se li porta via e a lei non interessa molto entrare in acqua a nuotargli dietro con le temperature sotto zero...), ma anche senza niente io mi tuffo! Cosí é stato fin dai miei primi passi in questi territori.
Le prime volte la mamma temeva che mi prendessi il raffreddore, visto che ero bello peloso, ma la pancetta sotto era glabra e rosa come un porcellino (almeno mi pare di aver capito, perché io in veritá porcellini non ne ho mai conosciuti) e quando sono arrivati a prelevarmi per portarmi a casa loro, ché non potevo piú stare con la mia vera mamma canina, addirittura nevicava. Ed erano soltanto i primi di ottobre.
Tutta la mia prima settimana con il branco nuovo ha fatto un freddo invernale e la mia mamma umana racconta sempre a tutti (é effettivamente assai ripetitiva, ma non se ne accorge...), che cosí freddo ha fatto solo perché lei aveva preso un cane, cioé me. Infatti la prima e la seconda notte quella pazzoide si era messa in testa che per facilitarmi la faccenda dei miei bisogni corporali, non ancora sotto controllo, essendo io un baby, era buona cosa puntare la sveglia ogni due ore e ogni due ore andare fuori al freddo e al gelo a farmi svuotare la vescica. Chiaramente io mi preoccupavo assai e la guardavo assonnatissimo e incredulo: per chi mi aveva preso, per un incontinente?
Mi portava fuori e lí aspettava che facessi pipí. Io la facevo, per assecondarla. Ma quella rintronata nemmeno se ne accorgeva, dormiva in piedi e non capiva che non stavo lì a contemplare i fiocchi di neve che cadevano, ma facevo concentrato i miei bisogni. Quella poveretta, mezza rintontita dal sonno e dal freddo non se ne avvedeva e cosí continuava a ripetere "pipí! pipí!" e dopo un po' io mi sdraiavo sull'erba e avrei pure schiacciato un pisolino, ma quella riprendeva la solfa e guardate che mi ero trovato al perso! Non solo avevo lasciato i miei fratelli e sorelle e la mia amata mamma, ma ero alla mercé di una che non sembrava molto perspicace! Eppoi temevo che andasse avanti cosí per sempre: mi vedevo giá tutta la vita ad andare dentro e fuori casa con quell'isterica. Invece, per fortuna mia, dopo due notti di questa manfrina, la bacucca ha capito che non era il caso e mi ha lasciato dormire fino al mattino. Oddio, ogni tanto la svegliavo con una bella pozzetta vicino al letto, in cui lei infilasse i piedi quando si alzava. Ma quella diavola in questo caso era proprio bella sveglia e non ci é cascata mai! Non vi dico peró quanti alberi sono stati annientati per produrre tutta la carta da cucina che abbiamo consumato in quei primi mesi.
Io questo difettino l'ho davvero avuto: non ho mai segnalato il momento di dover uscire. Non sono mai andato alla porta, non ho mai guaito, mai. Zitto e muto mi mettevo in posizione e apriti Sesamo! E la mamma correva a destra e manca e vai un altro rotolo di carta da cucina!! Il tappeto poi della mia sorella umana, quello ragazzi era il massimo per me!! Altro che pipí e basta, l'ho fatto di tutti i colori dell'arcobaleno! Era il mio WC personale. Sono stato proprio triste quando gli umani, dopo che ero ormai completamente asciutto
e grande, lo hanno preso, caricato in macchina e portato all'isola ecologica. Che esagerati, per un po' di macchie di cagnetto! Ma siccome non era pregiato, non valeva nemmeno i soldi per farlo lavare!
E questo é stato quasi l'unico danno materiale che ho fatto in casa.
Le scarpe non le ho masticate, tutt'al piú ogni tanto mi impadronivo di una ciabatta della mia mamma e quatto quatto andavo in giardino e ci poggiavo il muso dentro, senza fare danni peró. È che mi piace tantissimo dormire sull'erba, ma gli umani non stanno mai cosí tanto in giardino come me e io odio starci da solo. Cosí con la ciabatta mi sentivo rincuorato e potevo dormire beato al frescuccio.
Una sola volta, e lí ero davvero giá grande, mi sono venuti i 5 minuti di pazzia e mi sono rosicchiato sotto gli occhi stralunati dei miei umani la base della nuovissima libreria. Forse ero un po' geloso o forse non avevo gradito questo cambiamento (essendo un buon guardiano sono anche fissato con i rituali e odio i cambiamenti, anche perché nessuno si prende mai la briga, se non di chiedere il mio parere, almeno di informarmi!), non mi ricordo piú bene, ero molto giovane allora. Comunque la loro reazione esagerata come sempre mi ha fatto desistere dal riprovarci. Eppoi non era nemmeno legno buono e i bastoncioni nel parco sono molto piú gustosi!
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